WSRW intervenie sulla Camera di Commercio di Siena |
Venerdì 27 Maggio 2011 07:51 |
All'attenzione del Signor Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Siena
Signor Guasconi, Le scrivo in risposta all'articolo intitolato “Des hommes d'affaires italiens s'enquièrent des opportunités d'investissement à Laâyoune”, pubblicato l'11 maggio 2011 dal servizio d'informazione Maghreb Arabe Presse del governo marocchino. Dall'articolo risulta che la Città di Siena ha appena effettuato un viaggio a El Aaiún al fine di valutare delle opportunità di investimento. In particolare, l'articolo menziona che la Camera di Commercio di Siena e quella della Regione El Aaiún Boujdour-Sagia El Hamra hanno firmato un accordo per “stabilire relazioni di cooperazione tra le due istituzioni, che permettano lo scambio di competenze e relazioni commerciali e economiche tra le due regioni”. Il testo integrale dell'articolo si trova nel link qui di seguito: http://www.map.ma/fr/sections/regionales/des_hommes_d_affaire/view Come Le è probabilmente noto, le Nazioni Unite definiscono il Sahara Occidentale come “territorio non-autonomo in attesa di decolonizzazione”. Le rivendicazioni del Marocco sul territorio sono state rigettate dalla Corte Internazionale di Giustizia. Con la palese inosservanza delle numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, che condannano l'occupazione e che confermano il diritto del popolo Saharawi all'autodeterminazione, il Marocco persiste nei suoi sforzi per “marocchinizzare” il suo vicino del sud, per imporre un “fatto compiuto”. Da più di 35 anni, il Marocco sfrutta illegalmente le risorse naturali del territorio contro la volontà esplicita dei Saharawi. Ciò viene fatto ignorando la volontà e gli interessi del popolo autoctono. Attraverso il non rispetto del diritto del popolo saharawi all'autodeterminazione sulle proprie risorse, il Marocco viola la legge internazionale, contravvenendo a quanto stipulato nell'Opinione Legale delle Nazioni Unite sulle attività economiche nel Sahara Occidentale, commissionata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 2002. Vi è un'ingente quantità di principi centrali e di Carte delle Nazioni Unite che sottolineano che il popolo di un Territorio non Autonomo occupato deve decidere autonomamente su come procedere nella gestione delle risorse del territorio. La sua sovranità sulle risorse è un diritto a carattere erga omnes contenuto in numerose risoluzioni delle Nazioni Unite e in strumenti internazionali relativi ai diritti umani, in particolare nella Risoluzione dell'Assemblea Generale 1803 (XVII) del 14 dicembre 1962 (la “Sovranità permanente sulle risorse naturali”), articolo 1, n° 2 di entrambi i Patti Internazionali dei Diritti Umani del 1966 nonché nella Carta dei Diritti Economici e Doveri dello Stato del 1974, il cui articolo 16, n° 2 recita: “Nessuno Stato ha il diritto di promuovere o incoraggiare investimenti che possano costituire un ostacolo alla liberazione di un territorio occupato di forza”. I guadagni derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali vengono riversati in un'ulteriore occupazione militare brutale e illegale. Le autorità marocchine non hanno risparmiato alcuno sforzo per cercare di attirare compagnie straniere con le quali concludere accordi d'affari che coprano l'area che detengono illegalmente. Questi accordi pongono un problema immane poiché offrono un sostegno implicito alle rivendicazioni illegittime e indifendibili del Marocco. Non solo, ma vanificano i tentativi delle Nazioni Unite per trovare una soluzione all'ultimo conflitto irrisolto in Africa, poiché nutrono la riluttanza del Marocco a prendere parte a negoziati di pace seri. Proprio per le ragioni precedentemente chiarite, molti governi evitano di fare investimenti nel Sahara Occidentale e precisano specificatamente che i loro accordi per il commercio non includono il territorio del Sahara Occidentale. Alla luce di quanto detto, Western Sahara Resouce Watch rimane perplessa nel constatare che il Presidente della Camera di Commercio di Siena “si congratula per il livello di sviluppo della regione, che, a suo parere, dispone di molte opportunità di investimento” e firmerebbe persino un accordo per stringere legami commerciali con quello che solo può essere considerato un regime d'occupazione in un territorio occupato. Signor Guasconi, Western Sahara Resource Watch desidererebbe una risposta alle seguenti domande: 1. Maghreb Arab Press ha dato una corretta versione della Sua visita nel Sahara Occidentale? 2. È corretto dire che vi era una delegazione di uomini d'affari italiani, come menzionato nell'articolo? Se si, da chi era composta? 3. La Camera di Commercio ha firmato un accordo con la Camera di Commercio, dell'Industria e dei Servizi della Regione di El Aaiún-Boujdour-Sagia El Hamra? 4. In caso affermativo, come si deve interpretare questo accordo bi-camerale per “stabilire relazioni di cooperazione tra le due istituzioni, che permettano lo scambio di competenze e relazioni commerciali e economiche tra le due regioni”? La prego di fornire a WSRS le descrizioni rilevanti nonché le possibili intese con la controparte marocchina. 5. Sono nati ulteriori progetti dalla Vostra visita? 6. Come precedentemente menzionato, il Difensore Legale delle Nazioni Unite presuppone che la volontà del popolo del territorio sia ascoltata. Il popolo saharawi è stato consultato sui potenziali progetti e sui possibili accordi firmati? Se si, in che modo?
Resto in attesa di una risposta alla presente lettera e Le porgo distinti saluti. Sara Eyckmans Coordinatrice Western Sahara Resource Watch Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. +32 475 45 86 95 |