accordi economici Sahara Occidentale occupato dal Marocco |
Coordinamento toscano a sostegno della Repubblica Saharawi _______________________________________
- Egr Presidente Camera di Commercio di Siena Piazza Matteotti, 30 - p.c. Egr Presidente Provincia di Siena - p.c. Egr. Sindaco Comune di Siena - p.c. Egr. Presidente Pubblica Assistenza Siena
Oggetto: accordi economici Sahara Occidentale occupato dal Marocco
Egr Presidente mi permetto di scriverLe perchè alcuni giorni or sono la MAP (agenzia di stampa del regno del Marocco) e l’Agenzia AnsaMed hanno diffuso un comunicato nel quale si afferma che: “Una delegazione della Camera di commercio di Siena ha visitato ieri l'area industriale di Laayoune, per verificare le opportunità di investimento nella regione di Laâyoune-Boujdour-Sakia al Hamra.......” Non le nascondo che siamo rimasti esterrefatti perchè, come Lei certamente saprà il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, è stato invaso dalle truppe marocchine nel 1975 e da allora, da oltre 35 anni, è parzialmente occupato dal Marocco. I legittimi abitanti, i saharawi vivono divisi tra chi è rimasto sotto occupazione militare chi è stato costretto a fuggire nel deserto algerino di Tindouf. Qui i rifugiati saharawi sopravvivono grazie all' aiuto internazionale che in Italia vede come capofila la Regione toscana, agli Enti Locali e alle numerose associazioni del territorio. Oggi il Sahara Occidentale è diviso in due da un muro (siamo nel 2011!) lungo oltre 2000 km che, partendo dal sud del Marocco, percorre il territorio fino al confine con la Mauritania, difeso da postazioni dell’esercito del Marocco e da campi minati. Da una parte i territori occupati dove la popolazione sahrawi soffre per l’assoluta mancanza di libertà e una repressione inaudita, testimoniate dalle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, come Amnesty International e Human Wright Watch. Dall’altra i territori liberati, circa un terzo della superficie, dove i sahrawi hanno ripreso le attività tradizionali del nomadismo e della pastorizia, e dove sono insediate le istituzioni della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), proclamata nel 1976, riconosciuta da oltre 70 paesi nel mondo e membro fondatore dell’Unione Africana. La pretesa del Marocco di occupare questi territori per ragioni storiche è stata smentita dalla Corte internazionale che, su sollecitazione proprio del Marocco, si è pronunciata nell’ottobre 1975 contro tale pretesa e a favore del diritto degli abitanti del Sahara Occidentale all’autodeterminazione. Del resto nessun paese al mondo ha riconosciuto come legittima l’occupazione militare. L’Onu ha approvato un piano di pace e inviato dei caschi blu per organizzare un referendum cui si oppone il Marocco, che ha il terrore della volontà popolare. Una delle conseguenze dell’occupazione militare illegittima è che, secondo il diritto internazionale e secondo il parere dell’ufficio legale dell’Onu, il Marocco non ha alcun diritto di sfruttare le risorse economiche del territorio che occupa. Numerose imprese straniere, soprattutto nel settore minerario, sono state costrette a ritirarsi, e una campagna internazionale prosegue per scoraggiare qualsiasi investimento straniero, anche perché sono i saharawi stessi che lo chiedono. Attraverso il loro movimento di liberazione nazionale, il Fronte Polisario, sono fermamente decisi ad aprire il proprio paese agli scambi economici internazionali, ma solo dopo aver recuperato il suo pieno controllo, dopo un referendum di autodeterminazione. In considerazione di questi elementi e della sensibilità del territorio senese e toscano in generale (a questo proposito le allego l’elenco dei comuni e degli EE. LL. gemellati con le realtà indipendenti saharawi nei campi profughi), le chiediamo di invitare le vs. imprese associate dal desistere dall’allacciare rapporti economici e dagli investimenti nei territori occupati dal Marocco. I recenti fatti nella regione del Maghreb dovrebbero del resto aver fatto capire alle forze attive del ns. paese quanto imprudente sia stata la politica di condiscendenza verso regimi illiberali. La monarchia del Marocco non sfugge a questa definizione. Diversamente dall’immagine “solare” che la monarchia cerca di dare di se stessa, quella marocchina è di fatto un regime assolutista, malgrado la presenza di un parlamento, di un multipartitismo, e di una costituzione. Rimango a sua disposizione per ogni complemento di informazione. Ringraziandola per la attenzione, Le porgo distinti saluti
Sesto Fiorentino, 17 Maggio 2011 Sandro Volpe Presidente Coordinamento |